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fotopadova · 4 years ago

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Festival Photo Open Up a Padova con “Latitudini Quotidiane”

di Cristina Sartorello

-- Torna a Padova dal 26 settembre al 25 ottobre la grande fotografia, con “Latitudini Quotidiane” la seconda edizione del Festival Internazionale di Fotografia Photo Open Up, che si sviluppa in dodici mostre, 60 artisti e cinque sedi espositive, quest’ anno ad ingresso gratuito per favorire la ripresa delle attività culturali in città.

Nonostante le limitazioni dovute al Covid che ha portato all’impossibilità per molti autori, istituzioni museali e culturali di operare e prestare le opere, sono presenti come ospiti internazionali del festival la Cina, grazie all’Istituto Confucio di Padova, e l’Iran.

Carlo Sala direttore artistico ha indagato come la fotografia contemporanea racconti il quotidiano, gli oggetti comuni e i paesaggi che dietro a un apparente aspetto ordinario celino delle visioni “altre”, riflessioni, significati e sentimenti che lo sguardo frettoloso di tutti i giorni non riesce a cogliere, quello che abbiamo intorno e quello che è dentro di noi.

Per il direttore artistico “La fotografia nel corso della sua storia ha spesso alternato due polarità opposte di narrazione del reale: la distanza e la prossimità dello sguardo; la fotografia contemporanea parli del quotidiano” e presenti opere che raccontano e problematizzano ciò che è nascosto nella nostra vita e come il fotografo sappia cogliere e far emergere in modo analitico, metaforico o artistico, piccoli particolari apparentemente insignificanti.

Al Museo agli Eremitani il festival propone Latitudini quotidiane, un'ampia mostra con oltre cento lavori incentrata sul tema dell'edizione 2020, che vuole anche tracciare una mappatura di alcuni dei migliori esiti della fotografia nazionale.

Gli artisti propongono la loro visione su come la fotografia contemporanea racconti il quotidiano attraverso gli oggetti comuni ed il loro aspetto di "simulacri" e i territori che dietro un apparente aspetto ordinario celano delle visioni “altre”, sentimenti perturbanti, lenti processi sociali e scelte politiche.

Oltre venti artisti espongono produzioni inedite o ripensate per la mostra che si sviluppa in tre parti che indagano sul tema dell’animismo degli oggetti che ci circondano, le relazioni che si dipanano nella famiglia e nella comunità ed il rapporto simbiotico con la comunicazione visiva.

Per quanto riguarda la Visione internazionale, sempre al Museo degli Eremitani, Photo Open Up presenta Resonance, la mostra annuale promossa dal Three Shadows Photography Art Centre di Beijing (Pechino), uno dei più rinomati musei cinese nel campo della fotografia contemporanea.

da “Resonance” - Daydream ©Bai Shan

In mostra sono presenti i lavori di otto tra i migliori fotografi cinesi della scena contemporanea, che agiscono attraverso la fotografia di paesaggio, il ritratto, ma anche le visioni sperimentali di una nazione trattando i temi dell'identità, della memoria e delle mutazioni del territorio.

Alla Cattedrale dell’Ex Macello è invece allestita la mostra “Tre sguardi dall’Iran”, dedicata a tre noti fotografi iraniani: Ali Daghigh, Mehrdad Matin Daftari e Nasim Moghadam. Persia Mohseni ha selezionato il lavoro di tre autori tra i più interessanti del panorama iraniano, che uniscono la profonda identità nazionale, al sentire espressivo dell’arte contemporanea internazionale.

da “Tre sguardi dall'Iran” - ©Mehrdadh Daftari

In mostra appare una scena culturale sospesa tra elementi della tradizione e innovazione, spaziando dalla fotografia di ritratto con una particolare attenzione alla condizione della donna (fotografia mossa in bianco e nero), alla fotografia di viaggio (reportage dell’entroterra rurale), fino alle immagini molto materiche, che derivano da azione e performance dove il corpo è un veicolo espressivo, trasformatosi in scultura.

da “Tre sguardi dall'Iran” - ©Ali Daghigh

Il Festival mantiene anche uno sguardo attento alla fotografia del territorio padovano con quattro mostre molto diverse tra loro: a Palazzo Zuckermann l’esposizione “Alunne in posa un secolo fa nella scuola femminile Pietro Scalcerle” svela l’eccezionale corpus fotografico realizzato in due diverse campagne fotografiche databili nei primi 20 anni del secolo scorso, che documenta l’attività dell’istituto e le immagini costituiscono un esempio significativo del diffuso impiego della fotografia, nella predisposizione di raccolte iconografiche funzionali alla presentazione e promozione degli istituti scolastici.

da “Alunne di un secolo fa” (Scuola Femminile Pietro Scalcerle)

Lo spazio espositivo delle Scuderie di Palazzo Moroni ospita due mostre: “Per Padova noi ci siamo”, le attività dei volontari padovani, coordinati dal CSV nelle settimane del lockdown, fotografate da Valentina Borgato; la seconda dal titolo “Couchwandering”, curata da Emanuele Salvagno, propone alcuni tra gli scatti più significativi di fotografi emergenti, quali Luigi Quarta, Davide Mantovanelli e Francesca Paluan, che hanno fatto di Google Street View la loro temporanea finestra sul mondo, sempre durante il lockdown.

Alla Galleria Cavour, il progetto “CRONOS”. Una questione di tempo”, a cura di Silvia Camporesi, presenta il risultato di un bando internazionale che ha selezionato e prodotto gli interessanti lavori degli italiani Giulia Parlato e Jacopo Valentini e della tedesca Elena Helfrecht: la loro produzione, in maniera strettamente tecnica, usando le peculiarità del mezzo fotografico o più specificamente concettuale, parte dal tema per arrivare a destinazioni inaspettate

Sempre alla Galleria Cavour è esposto il progetto “Il giorno dello Splendore” curato da Elisa Mossa; in questi mesi l’autrice si è chiesta quale potesse essere l’esperienza di chi ha deciso di vivere in isolamento per propria volontà, o meglio per vocazione. L’artista ha quindi avviato quello che potremmo definire un dialogo per immagini con le suore del convento di clausura di Santa Chiara nella cittadina marchigiana di Urbania, dove, fermatosi sulla soglia del luogo sacro, ha consegnato a ognuna delle sei religiose che abitano il monastero una macchina fotografica usa e getta, chiedendo loro di documentare le proprie giornate. Il risultato, veramente buono, non è solamente lo spaccato su una realtà per i più misteriosa, ma rappresenta anche la testimonianza di una visione altra rivolta all’esterno, ed un invito a entrare per scoprire la vita quotidiana delle religiose, che si sviluppa nell’arco di una giornata, tra attività domestiche e spiritualità.

da “Il giorno dello Splendore” ©Elisa Mossa

Infine l’Innovazione all’Ex Macello, con la mostra “The image as process”, le ricerche più innovative del panorama contemporaneo attraverso ottanta opere di venti autori di varie generazioni, selezionate dai maggiori operatori italiani.

Il palinsesto visivo di immagini su cui si fonda la mostra tratta dieci tematiche (Antropocene, Biopolitica, Catastrofe, Comunità, Incertezza, Immagine politica, Invisibilità verso la proliferazione dell'immagine, Metafotografia, postfotografia e ricerche sul linguaggio, Paesaggio, Processi sociali) nell'ambito del quale lo spettatore stesso è invitato a delineare nuovi significati e orizzonti visivi. La mostra curata da Carlo Sala con il collettivo The Cool Couple è il frutto di un processo di riflessione che ha visto la partecipazione di molti giovani artisti, ed è realizzata in collaborazione con il Festival F4 / UN'IDEA DI FOTOGRAFIA.

Per finire l’esposizione “Giulia Agostini, una storia vera”, allestita sempre all’ex Macello, la prima mostra personale della giovane autrice padovana vincitrice del premio Nascimben, che ha esposto le sue immagini a New York, ed in contesti internazionali.

Le mostre sono visitabili gratuitamente dal venerdì alla domenica, dalle ore 10 alle 19, fino al 25 ottobre prossimo e l’accesso avviene regolamentato in sicurezza, secondo le norme anticovid in vigore.

La manifestazione è promossa dal Comune di Padova, e la progettazione di Arcadia Arte, la partecipazione di vari partner scientifici come il Three Shadows Photography Art Center di Pechino, PR2 di Ravenna, Fondazione Francesco Fabbri Onlus di Pieve di Soligo, ed il contributo della Fondazione Cariparo.

-- per maggiori dettagli: https://photopenup.com/

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Oltre alle mostre ufficiali Photo Open Up offre anche un “fuori festival“ con iniziative da non perdere e precisamente:

Palazzo Angeli (Prato della Valle n. 1/A, Padova)

In mostra i progetti fotografici :

Visti da vicino di Paolo Coltro

Andata e ritorno di Mario Dal Molin

Daily Routine di Ornella Francou

Il Viaggio di Caterina Santinello

Informazioni:

Orario: sabato e domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 cell. 338 5073735

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Spazio Cartabianca (via Giorgione 24, Albignasego PD)

In mostra:

Spazio Tempo - Sedici esperienze di quarantena

Un lavoro collettivo (che è anche un libro), realizzato da 16 autori dell’UBIF, di osservazione del quotidiano e dell'immediato durante il lockdown. Un'indagine visiva sull'esperienza di sé e sulle "cose da nulla" che ci circondano, apparentemente insignificanti, che hanno un loro spessore.

Informazioni:

Orario: 10- 19 dal lunedì al venerdì, prenotazione obbligatoria ([email protected] - 328 6856621)

#Cristina Sartorello

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